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Nel percorso di Mindfulness, tra le varie qualità, si persegue un atteggiamento NON Giudicante. Ciò non significa smettere di giudicare, sarebbe impossibile in quanto è nella natura della mente confrontare, giudicare e valutare.
Riporto una descrizione efficace su quale comportamento adottare in sede di Giudizio, tratto dal libro “Dovunque tu vada, ci sei già” di Jon Kabat-Zinn:
“Meditazione significa assumere un atteggiamento acritico, verso i pensieri di qualsiasi genere che si susseguono nella mente. Altrimenti non ha alcun valore. Questo non significa che i giudizi non continuino. Quando questo avviene non dobbiamo tentare di porvi termine e d’ignorarlo, come non cercheremmo di bloccare qualsiasi altro pensiero che ci venisse alla mente. Un orientamento acritico non significa certamente cessare di sapere come agire o comportarsi responsabilmente nella società o pensare che qualsiasi cosa gli altri facciano sia giusta. Vuol semplicemente dire che possiamo agire con più chiarezza nella vita, essere più equilibrati, efficienti ed etici nelle nostre attività sapendo di essere immersi in una corrente di simpatie e antipatie inconsce che costituiscono uno schermo fra noi, il mondo e la purezza essenziale del nostro essere. Forme mentali di predilezione o avversione possono insediarsi permanentemente in noi alimentando inconsciamente comportamenti di dipendenza in tutti gli aspetti della vita. Quando si è capaci di riconoscere ed identificare i semi dell’avidità o della bramosia, per quanto tenui, nel costante desiderio o perseguimento di risultati oppure i semi dell’odio e dell’avversione nel respingere o cercare di evitare certe situazioni, ci si ferma per un momento, ricordando che tali forze sono realmente al lavoro quasi costantemente nella mente con maggiore o minore intensità. Non è esagerato affermare che posseggono una tossicità cronica, quasi virulenta che impedisce di vedere le cose così come sono realmente e di mobilitare il nostro autentico potenziale”.

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